Steve Lohr, in un articolo "Will A.I. Ruin the Planet or Save the Planet?" pubblicato sul New York Times il 26 agosto 2024, affronta un tema sempre più rilevante: l’impatto ambientale dell'AI, un argomento che divide opinioni tra sostenitori e detrattori. Da una parte, c'è chi sottolinea l’elevato consumo energetico legato all’AI, mentre dall’altra emergono prospettive ottimistiche che evidenziano come l’AI possa contribuire a ridurre le emissioni di carbonio e migliorare l’efficienza in vari settori.
Lohr descrive come le grandi compagnie tecnologiche stiano investendo massicciamente nella costruzione e nell'affitto di data center, i "motori" che alimentano l'AI. Solo nel 2023, tali investimenti hanno raggiunto la cifra impressionante di 105 miliardi di dollari. Questi data center richiedono enormi quantità di energia, in particolare a causa della diffusione dell'AI generativa, una forma di intelligenza artificiale capace di scrivere codice, riassumere libri e rispondere a domande con un livello di competenza paragonabile a quello umano. Una singola domanda rivolta a ChatGPT richiede circa 10 volte più energia rispetto a una ricerca tradizionale su Google.
Le previsioni indicano che il consumo energetico legato all'AI potrebbe più che raddoppiare nei prossimi anni. Secondo Goldman Sachs, l’uso di elettricità nei data center potrebbe aumentare del 160% entro il 2030, mentre una previsione dell’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede che la domanda energetica raddoppierà già entro il 2026. Questi incrementi, se non affrontati, potrebbero tradursi in un significativo aumento delle emissioni di gas serra, soprattutto se i data center continueranno a ottenere energia da fonti fossili come carbone e gas naturale. Attualmente, i data center consumano circa l’1% o il 2% della domanda elettrica globale, ma questa percentuale potrebbe salire al 3%-4% entro il 2030.
Nonostante queste preoccupazioni, Lohr evidenzia anche come l’AI possa diventare una tecnologia "verde", potenzialmente in grado di ridurre le emissioni di gas serra tra il 5% e il 10% entro il 2030, come affermato in uno studio commissionato da Google alla Boston Consulting Group. Il potenziale di trasformazione dell'AI è vasto: dalla progettazione biologica all'agricoltura più efficiente, fino alla scoperta di nuove risorse minerarie essenziali per le tecnologie verdi. Ad esempio, l’AI ha recentemente contribuito alla scoperta di un vasto giacimento di rame in Zambia, metallo cruciale per la produzione di veicoli elettrici. Al contempo, start-up come Zanskar stanno utilizzando l’AI per migliorare il tasso di successo nella scoperta di fonti geotermiche, una fonte di energia pulita ma al momento sfruttata solo marginalmente negli Stati Uniti, dove rappresenta meno dello 0,5% dell’energia elettrica prodotta.
Il caso del cloud computing offre un precedente interessante per quanto riguarda l'efficienza energetica. Tra il 2010 e il 2018, la potenza di calcolo prodotta dai data center a livello globale è aumentata di sei volte, mentre il consumo energetico è cresciuto solo del 6%. Lohr cita Jonathan Koomey, ex scienziato del Lawrence Berkeley National Laboratory, il quale sostiene che un trend simile potrebbe ripetersi con l’AI, con le aziende tecnologiche che già lavorano per rendere più efficienti software, hardware e sistemi di raffreddamento dei loro data center.
L’articolo di Steve Lohr apre una riflessione cruciale su come il progresso tecnologico debba essere accompagnato da innovazioni nel campo dell’efficienza energetica e dell'adozione di fonti rinnovabili. Il consumo di energia da parte dei data center e delle AI non è un problema esclusivamente tecnico o ambientale, ma diventa strategico per il mondo delle imprese. La transizione verso un'energia più pulita e l’ottimizzazione dell’efficienza possono rappresentare un vantaggio competitivo per le aziende che si trovano al centro di questa evoluzione. È chiaro che l’investimento in innovazione tecnologica non può prescindere da un’analisi attenta degli impatti ambientali e delle opportunità legate a una gestione sostenibile delle risorse energetiche.
L’AI, quindi, ha il potenziale per diventare uno strumento chiave non solo per accelerare l’innovazione, ma anche per contribuire significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico. Tuttavia, questo potenziale dipenderà dalla capacità delle imprese di coniugare l’adozione dell’AI con un approccio sostenibile e responsabile, capace di mitigare l’impatto energetico e di sfruttare appieno le opportunità offerte dalle energie rinnovabili.
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