L'intelligenza artificiale sta trasformando il panorama lavorativo, influenzando ruoli a tutti i livelli, inclusi i CEO. Con la capacità di analizzare mercati e tendenze rapidamente e senza pregiudizi, l'AI può migliorare l'efficienza e ridurre costi, assumendo anche compiti amministrativi grazie a tecnologie avanzate. L'adozione dell'AI in ruoli dirigenziali, già sperimentata da alcune aziende, potrebbe aumentare l'efficacia nelle decisioni e democratizzare la leadership. Nonostante ciò, competenze come visione strategica e negoziazione rimangono uniche agli umani, sollevando questioni di responsabilità e adattabilità nelle situazioni impreviste.
I dirigenti aziendali sono sempre più esposti agli impatti dell'intelligenza artificiale, che sta trasformando il panorama lavorativo e minacciando non solo i ruoli operativi, ma anche quelli dirigenziali, inclusi i CEO. La leadership, sebbene fondamentale, deve bilanciare l'efficienza e il contenimento dei costi.
L'intelligenza artificiale ha il potenziale di superare gli esseri umani nell'analisi di nuovi mercati e nell'individuazione di tendenze. Grazie alla sua capacità di processare dati rapidamente e con grande precisione, l'AI riduce significativamente il tempo e le risorse necessari per queste attività. Inoltre, compiti amministrativi e di coordinamento, spesso onerosi, possono essere automatizzati mediante tecnologie avanzate come i generatori di voce e immagini.
Un'altra area in cui l'AI potrebbe eccellere è nella presa di decisioni difficili. Le macchine, essendo prive di pregiudizi, possono teoricamente prendere decisioni più obiettive, il che è particolarmente vantaggioso in contesti dove l'imparzialità è cruciale per il successo aziendale.
Questa non è solo una speculazione teorica. Diverse aziende stanno già sperimentando l'idea di leader AI. Sebbene al momento possa sembrare più un'operazione di marketing, l'impiego dell'AI in ruoli dirigenziali sta guadagnando terreno. Aziende innovative vedono nell'AI una soluzione per aumentare l'efficienza e ridurre i costi, soprattutto in assenza di una leadership forte o in settori particolarmente turbolenti.
AI e ruoli dirigenziali tra opportunità e sfide per il management
La Silicon Valley ha investito massicciamente nell'AI generativa, con 29 miliardi di dollari spesi solo l'anno scorso, promuovendo vigorosamente questa tecnologia come una soluzione per molti problemi aziendali. Nonostante l'AI sia ancora in una fase iniziale, molte aziende prevedono già benefici tangibili e stanno adottando questi strumenti per ottenere un vantaggio competitivo.
L'AI sta portando un cambiamento epocale nel mondo del lavoro, impattando non solo i lavoratori di basso livello, ma ogni livello organizzativo, fino ai vertici aziendali. I CEO devono prepararsi a un futuro in cui potrebbero dover condividere, se non cedere, parte del loro potere decisionale alle macchine.
Nei casi di aziende in difficoltà, la gestione operativa potrebbe essere la prima ad essere sostituita, mantenendo alcuni lavoratori per pensare oltre le capacità delle macchine, ha affermato Saul J. Berman, ex partner senior di consulenza presso IBM. Complessivamente, ha detto, "il cambiamento portato dall'AI nelle aziende sarà grande o più grande ai livelli strategici superiori della gestione rispetto ai ranghi inferiori."
I CEO stessi sembrano entusiasti della prospettiva dell'automazione o forse semplicemente fatalisti. EdX, la piattaforma di apprendimento online creata da amministratori di Harvard e MIT, ora parte della società quotata 2U Inc., ha intervistato centinaia di CEO e altri dirigenti sull'argomento la scorsa estate, offrendo ai partecipanti un "piccolo incentivo monetario" per partecipare.
La risposta è stata sorprendente: quasi la metà, il 47%, dei dirigenti intervistati ha affermato di credere che "la maggior parte" o "tutto" il ruolo del CEO dovrebbe essere completamente automatizzato o sostituito dall'AI. Anche i dirigenti riconoscono che i loro stessi ruoli potrebbero essere superflui nell'era digitale avanzata.
Quando Anant Agarwal, fondatore di edX ed ex direttore del laboratorio di Computer Science e AI del MIT, ha visto per la prima volta il 47%, la sua reazione iniziale è stata di sorpresa: La mia prima reazione istintiva è stata pensare che avrebbero detto, "Sostituite tutti i dipendenti, ma non me"'. Dopo una riflessione più approfondita, Agarwal ha osservato che in realtà, l'80% delle mansioni di un CEO, che includono attività come scrivere, sintetizzare informazioni ed esortare i dipendenti, può essere gestito dall'AI. Se anche solo una parte delle promesse fatte dagli sviluppatori dell'AI si realizzasse, ciò potrebbe non solo democratizzare il ruolo dirigenziale, ma anche ridimensionarlo in modo significativo.
Gli amministratori aziendali stanno sempre più riconoscendo il potenziale dell'AI nel gestire molte delle loro responsabilità, consentendo agli esseri umani di concentrarsi su compiti più creativi e strategici. Tuttavia, questa transizione comporta dei rischi. L'automazione dei ruoli dirigenziali potrebbe causare un disallineamento delle competenze e rendere necessaria una formazione continua per garantire la rilevanza delle abilità umane nell'era dell'AI.
Jack Ma, fondatore di Alibaba, ha previsto che nei prossimi 30 anni un robot potrebbe diventare il miglior CEO, evidenziando come la razionalità e l'efficienza delle macchine possano superare le capacità umane in ambito decisionale. Durante una conferenza sull'imprenditorialità in Cina, Ma ha anche avvertito che i rapidi sviluppi tecnologici porteranno a grandi sconvolgimenti, sottolineando la necessità di riformare i sistemi educativi per preparare le future generazioni a queste trasformazioni.
L'idea di un CEO robotico non è più relegata alla fantascienza. La società cinese di giochi online NetDragon Websoft ha introdotto nel 2022 un "CEO guidato dall'AI" chiamato Tang Yu, come parte della sua transizione verso una "comunità di lavoro basata sul metaverso". Questo rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui le aziende percepiscono la leadership e la gestione, con l'AI che assume un ruolo sempre più centrale.
Le argomentazioni a favore di un CEO robotico includono la capacità delle macchine di prendere decisioni rapide e prive di emozioni, evitando errori derivanti dalle passioni umane come la rabbia o l'avidità. Tuttavia, non tutti sono convinti che l'automazione possa sostituire completamente i leader aziendali. Secondo l'OCSE, i ruoli di alto livello come quelli dei CEO richiedono competenze legate alla rappresentanza, alla visione strategica e alla negoziazione, che attualmente non possono essere replicate dalle macchine.
Nonostante queste sfide, l'integrazione dell'AI nei processi decisionali aziendali è già in corso. McKinsey ha stimato che circa il 25% delle attività di un CEO potrebbe essere automatizzato, suggerendo che l'uso dell'AI per compiti come l'analisi delle performance finanziarie e la previsione dei trend è destinato a crescere.
Sebbene la visione di un CEO robotico possa ancora sembrare lontano, le aziende stanno già sperimentando l'automazione e l'AI per migliorare l'efficienza e la razionalità nelle decisioni aziendali. La visione di Jack Ma di un futuro in cui i robot saranno leader aziendali potrebbe diventare realtà prima di quanto immaginiamo.
Premi e successi per i CEO virtuali Tang Yu e Mika
Tang Yu, l'intelligenza artificiale nominata CEO da NetDragon Websoft, ha recentemente ottenuto il prestigioso titolo di "Miglior dipendente virtuale dell'anno in Cina" al China Digital Human Industry Forum. Questo riconoscimento testimonia il crescente impatto dell'AI nella gestione aziendale. Nonostante Tang Yu non compaia negli organigrammi tradizionali, la sua influenza è evidente poiché ha contribuito a un incremento del 10% delle azioni di NetDragon, superando l'indice Hang Seng di Hong Kong e portando la valutazione dell'azienda oltre il miliardo di dollari.
Nel frattempo, in Polonia, Dictador ha introdotto Mika, un CEO umanoide AI. Annunciata come priva di pregiudizi personali, Mika promette decisioni strategiche imparziali, focalizzate sugli interessi aziendali. La sua nomina ha suscitato notevole interesse su LinkedIn, rappresentando un passo verso una gestione aziendale più tecnologica e meno influenzata da bias umani.
Questi esempi illustrano una tendenza emergente nel panorama globale della gestione aziendale: l'integrazione dell'intelligenza artificiale in ruoli di leadership. L'adozione di AI come Tang Yu e Mika non solo promette maggiore efficienza e imparzialità, ma potrebbe anche ridurre i rischi di gestione e migliorare la qualità delle decisioni strategiche attraverso l'analisi in tempo reale e la gestione dei dati.
Gli esperti di intelligenza artificiale sottolineano che siamo solo all'inizio di una transizione naturale e inevitabile. Vinay Menon di Korn Ferry, leader globale della pratica AI, ha osservato: "Abbiamo sempre esternalizzato gli sforzi, ora stiamo esternalizzando l'intelligenza". Tuttavia, Menon ha avvertito che, sebbene possa ridursi il numero di leader necessari, la leadership umana resta fondamentale.
Responsabilità e autonomia in un'era di leadership automatizzata
Un aspetto cruciale riguarda il fatto che gli esseri umani offrono un livello di responsabilità che le macchine non possono garantire. Sean Earley di Teneo, una società di consulenza globale, ha evidenziato che l'AI potrebbe essere utilizzata per evitare responsabilità fiduciaria, sollevando il problema di chi sia responsabile in caso di errore. Ad esempio, in un recente caso legale, Air Canada è stata ritenuta responsabile per informazioni errate fornite da un chatbot, dimostrando che le aziende non possono eludere la responsabilità tramite l'uso dell'AI.
Il dibattito sull'AI nel contesto lavorativo ha spesso riguardato i rischi per i lavoratori, a meno che non integrino la nuova tecnologia nei loro ruoli, mantenendo però l'importanza delle capacità umane per garantire l'efficacia della leadership e la responsabilità fiduciaria. Storicamente, l'automazione ha minacciato i posti di lavoro ma ha anche portato benefici a investitori e manager. Tuttavia, l'automazione esecutiva potrebbe persino aiutare i lavoratori di livello inferiore, bilanciando così i vantaggi economici e le responsabilità umane nel processo decisionale.
Phoebe V. Moore, professore di gestione e futuro del lavoro presso la Essex Business School, afferma che un lavoratore con un percorso di carriera avanzato e altamente motivato potrebbe non necessitare più di un capo umano. Moore evidenzia che i software per l'autogestione possono aumentare l'autonomia dei lavoratori, soprattutto in un contesto post-pandemico, dove molti hanno già sperimentato il lavoro da remoto e la comunicazione digitale.
La pandemia ha accelerato l'adozione di nuovi strumenti tecnologici, favorendo una maggiore accettazione dei sistemi di gestione automatizzati. Durante il 2020, numerosi impiegati hanno lavorato da casa, interagendo con colleghi e dirigenti tramite piattaforme digitali. Questo ha facilitato la transizione verso interazioni completamente automatizzate, minimizzando la necessità di una presenza umana.
Moore evidenzia che, sebbene alcuni possano apprezzare gli aspetti sociali di avere un capo umano, molti, dopo il Covid, si sentono a proprio agio senza questa figura. La capacità di autogestirsi, supportata da software avanzati, non solo aumenta l'autonomia ma può anche portare a una maggiore soddisfazione lavorativa e a una riduzione dello stress legato alla supervisione diretta.
Conclusioni
L'intelligenza artificiale sta sfidando la leadership aziendale tradizionale, proponendo un cambiamento radicale. I CEO deve affrontare la possibilità che l'AI non solo ottimizzi le operazioni ma assuma ruoli decisionali cruciali. "Quasi la metà dei dirigenti intervistati crede che il ruolo del CEO possa essere automatizzato," un dato che solleva domande fondamentali sulla natura stessa della leadership.
Ma un'AI può davvero sostituire un leader umano? La capacità dell'AI di analizzare rapidamente enormi quantità di dati è indiscutibile, ma le decisioni strategiche richiedono molto più della semplice elaborazione di informazioni. Richiedono visione, empatia e negoziazione, competenze che le macchine non sono ancora in grado di replicare pienamente. La previsione di Jack Ma, secondo cui un robot potrebbe diventare il miglior CEO, è provocatoria, ma dobbiamo chiederci: siamo davvero in grado di sviluppare un’AI senza pregiudizi e imperfezioni?
Inoltre, l'automazione dei ruoli dirigenziali solleva il problema della responsabilità. Chi risponde in caso di errore? Gli esempi di AI dirigenziale già in uso, come il CEO Tang Yu, dimostrano i vantaggi, ma anche i rischi di affidare compiti cruciali alle macchine. La responsabilità fiduciaria e la capacità di adattarsi alle situazioni impreviste restano competenze umane essenziali.
Dobbiamo quindi riflettere attentamente sull'integrazione dell'AI nella leadership e se essa possa realmente migliorare l'efficienza senza compromettere la qualità delle decisioni. Da un lato, l'idea di un futuro con CEO robotici suscita entusiasmo, poiché dimostrerebbe la capacità umana di replicare la leadership. Dall'altro lato, evoca visioni distopiche inquietanti. La domanda cruciale è se sia davvero possibile e praticabile. Questa trasformazione richiederà una profonda riconsiderazione del ruolo della leadership e delle competenze necessarie per guidare con successo un'azienda nell'era digitale.
Comments